I Cremant: l'altro lato dello spumante in Francia
Il termine "Cremant" designa tutti gli spumanti francesi marchiati “AOC” (fuori Champagne), che è
l’equivalente della denominazione di origine controllata in Italia. Rispettano
come lo Champagne il metodo classico ma portano un nome diverso perché non sono
prodotti nella regione di Champagne. La loro denominazione risale al 1975,
contiamo oggi 7 Cremant riconosciuti in Francia:
Il Cremant d’Alsace, il Crémant de Bourgogne,
il Crémant de Bordeaux, il Crémant de Die, il Crémant du Jura, il Crémant de
Limoux e il Crémant de Loire.
I Cremant dominano attualmente
il mercato della Grande Distribuzione, e registrano ogni anno un incremento
progressivo del 7% da 20 anni.
Olivier Strohler,
direttore del sindacato dei produttori di Cremant, spiega questo fenomeno dal
fatto che il boom dello Champagne nel 2000 abbia provocato una carestia del
prodotto e si è quindi dovuto considerare delle nuove alternative al
effervescente. E il risultato è senza precedenti, oggi il Cremant d’Alsace ha
visto le sue vendite moltiplicarsi per 7 in dieci anni, 367 ettolitri nel 2000,
ne raggiungeva 2418 nel 2010. Il Cremant de Bourgogne registra la più bella
progressione, esplodendo del 125% in un decennio.
Considerato a lungo
come uno spumante volgare il Cremant, si impone sempre più e guadagna
notorietà, oggi in Francia lo servono spesso in luoghi prestigiosi.
Il termine "Cremant" designa tutti gli spumanti francesi marchiati “AOC” (fuori Champagne), che è l’equivalente della denominazione di origine controllata in Italia. Rispettano come lo Champagne il metodo classico ma portano un nome diverso perché non sono prodotti nella regione di Champagne. La loro denominazione risale al 1975, contiamo oggi 7 Cremant riconosciuti in Francia:
Le cantine di fronte alla Grande Distribuzione
La Grande Distribuzione (fuori hard discount) in Francia è oggi la più grande rete di vendita degli spumanti. Un commercio che è in costante progresso. Questo mercato pesa adesso 1.35 miliardi di euro nel paese e il suo valore è aumentato del 6% nel 2011 rispetto al periodo 2008-2011.
Nel 2012, sono state commercializzate 173,1 milioni di bottiglie negli supermercati. Una rete che
domina chiaramente il settore, e alla quale i commercianti di vino non riescono a
far fronte. La Grande distribuzione si accaparra cosi l’80% delle vendite,
lasciando ai cantinieri solo 7% del mercato. Un espansione dovuta a dei
prezzi aggressivi e sempre più bassi in Grande Distribuzione, con i quali è difficile di
competere in contesto di crisi economica.
Ma la minaccia per le cantine non si ferma qua, i supermercati si mettono adesso a commercializzare i propri effervescenti sotto la loro marca distributori come l'ha fatto Carrefour, che ha appena lanciato il suo ultimo spumante "Bio".
Poi i supermercati, beneficiano di una posizione vantaggiosa disponendo di un commercio di prossimità con il
consumatore. Gli ipermercati, aprono in effetti, un negozio sempre più vicino
al centro città e quindi al cuore economico del luogo.
Strategia che i cantinieri
stanno adottando. E stata ad esempio la scelta di “Nicolas”, unico riferimento nel mondo dei cantinieri. La catena cerca di imitare la Grande Distribuzione apprendo
dei punti di vendita essenzialmente nelle vie commerciali delle città in cui si
trova, offrendo dei prodotti a prezzi bassi oppure vendendo in linea i suoi vini. Si è imposta cosi con successo sul mercato, possiede oggi il 10% del
mercato dei cantinieri in Francia.
Si punta sopratutto sulla
qualità e l’eccellenza del prodotto per
continuare ad esistere sul mercato. I cantinieri concentrano ora la loro
attenzione sui prodotti regionali di grande qualità e riconosciuti per
distinguersi dagli ipermercati e sviluppare il loro business attorno agli
appassionati di vino, pronti a spendere delle somme importanti.
Ma la minaccia per le cantine non si ferma qua, i supermercati si mettono adesso a commercializzare i propri effervescenti sotto la loro marca distributori come l'ha fatto Carrefour, che ha appena lanciato il suo ultimo spumante "Bio".
Si punta sopratutto sulla
qualità e l’eccellenza del prodotto per
continuare ad esistere sul mercato. I cantinieri concentrano ora la loro
attenzione sui prodotti regionali di grande qualità e riconosciuti per
distinguersi dagli ipermercati e sviluppare il loro business attorno agli
appassionati di vino, pronti a spendere delle somme importanti.
Un mercato interno che non segue la tendenza
Mentre oggi il consumo
globale dello spumante conosce una crescita abbastanza importante, registrando
un aumento del 4.12 % tra il 2007 e il 2011 (fonte : Vinexpo), il mercato
francese lui, è al ribasso per quanto riguarda lo Champagne e i Crémant.
Infatti, meno di un consumatore francese su due ha
comprato dello spumante nel 2011, un consumo che scende cosi al 49,8 % contro il
52% nel 2010.
Secondo uno studio portato da
FranceAgrimer (Istituto nazionale dei prodotti agricoli e del mare in Francia),
i francesi hanno chiaramente disertato il consumo dello spumante nel corso del 2011, solo
alcuni tra di loro riescono ancora a registrare dei numeri soddisfacenti rispetto
al anno precedente come la Clairette de
Die (+ 2,6%), il Crémant de Loire (+ 14,9%), o ancora il Vouvray/ Montlouis (+
8,3%). Neppure lo champagne, prodotto simbolo della Francia, sfugge neanche al
fenomeno, perdendo 5% ad ottobre 2012 rispetto al 2011.
Questo declino può essere spiegato da numerosi motivi:
Innanzitutto la congiuntura
economica degli ultimi anni, che ha ridotto in generale il potere d'acquisto
della popolazione, spingendo ad una prudenza nella spesa di prodotti di lusso
come gli spumanti rinomati che rappresentano un certo costo nonostante una
buona resistenza in contesto di crisi economica (settore di solito in regolare
rialzo).
Altro fattore, una guerra dei
prezzi sul mercato. Ci si orienta infatti sempre più verso la Grande Distribuzione che offre dei prezzi concorrenziali (sconti
storici questi ultimi anni) fino a proporre dello Champagne a meno di 6 euro la
bottiglia contro almeno 18 euro per uno Champagne di qualità. Uno Champagne che
non smette di vedere il suo prezzo aumentare e nutrire cosi l'immagine lussuosa sinonimo di qualità per continuare ad esistere sul mercato. Assistiamo quindi a
due estremi: dei prezzi bassissimi da una parte e altissimi dall'altra.
L'84% dei vini effervescenti
consumati nel 2011 sono stati cosi comprati nei supermercati tra cui il 16% in
hard discount.
Le festività natalizie dell’anno 2012, periodo dell’anno sul quale le vendite di spumanti si concentrano essenzialmente, non è stato più rassicurante, anzi, si registrano dei numeri più bassi di quelli che erano aspettati, il consumo è sceso al 9% a dicembre 2012.
Un fenomeno che alla fine,
non è cosi sorprendente, dato il contesto europeo in cui il consumo di Champagne
si è ridotto del 7.1%, i mercati maturi essendo i più colpiti.